Convegno nazionale Caritas
Si è concluso giovedì 11 aprile il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dedicato al tema, assai attuale, dei “Confini, zone di contatto e non di separazione”. L’evento ha visto incontrarsi e confrontarsi per quattro giorni insieme 613 tra direttori e membri di équipe provenienti da 182 Caritas diocesane di tutta Italia. Anche una delegazione di 6 operatori di Verona ha partecipato.
ll Convegno si è svolto sul confine che scorre nei pressi di Grado e Gorizia, tra Italia e Slovenia, reso permeabile dalla comune appartenenza all’Unione Europea, che però rimane a sottolineare come le differenze debbano essere valorizzate, messe in comunicazione, rese feconde. Gorizia che, assieme a Nova Gorica, nel 2025 sarà Capitale europea della Cultura.
Molti gli spunti e i confronti che si sono aperti.
Negli “orientamenti” finali“ il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha indicato le proposte di lavoro per continuare il cammino Caritas nei prossimi mesi. Richiamandosi al primo presidente di Caritas Italiana, don Giovanni Nervo, ha ricordato l’importanza di capire dove «poniamo i confini», che per Caritas non sono dei limiti, ma delle «zone di contatto», «luoghi in cui fare l’esperienza della presenza di Dio perché ci permettono di aprirci agli altri e di capire che c’è Qualcuno che può fare prima, durante e dopo il nostro servizio».
Ci si è impegnati a lavorare su zone di contatto, aprendosi agli altri, ma senza accettare servizi da portare avanti come delega; la sussidiarietà resta ancora un principio fondamentale su cui lavorare.
E per sconfinare tre proposte coraggiose:
- Mi fido di noi, un progetto di microcredito famiglie in difficoltà con la sfida di intercettare persone e famiglie in fragilità che faticano ad accedere al credito ordinario.
- L’azzardo non è un gioco, una campagna per informare, sensibilizzare, prevenire e contrastare l’azzardo
- Liberi di scegliere: creare insieme una rete di supporto, costituita da istituzioni, enti ecclesiastici e sociali, per minori e donne che decidono di lasciare la famiglia di origine per sottrarsi a condizionamenti e alle violenze dovute all’appartenenza a organizzazioni criminali.
Il prossimo appuntamento sarà il Giubileo 2025: l’8-9 marzo sul mondo del volontariato il 16 novembre sulle fragilità.