La Conferenza Episcopale Italiana ha promosso nel 2018 l’apertura di un nuovo corridoio umanitario tra l’Etiopia e l’Italia che ha permesso l’arrivo di 500 profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, ma non solo, fuggiti dai loro Paesi per i conflitti in corso e bloccati nei campi profughi del Paese.
A siglare il “protocollo tecnico” tre soggetti: la Conferenza Episcopale Italiana (che agisce attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes), la Comunità di Sant’Egidio e il Governo Italiano.
Questo Protocollo riguarda la dimensione cristiana dell’accoglienza: i fondi arrivano tutti dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalle Caritas locali. Nell’ambito del protocollo la Chiesa Italiana si impegna nella realizzazione del progetto di accoglienza facendosene interamente carico, senza quindi alcun onere per lo Stato italiano.
Il progetto consente l’ingresso legale e sicuro a donne, uomini e bambini che vivono da anni nei campi profughi etiopici in condizioni di grande precarietà. Con il coordinamento della Caritas Italiana e attraverso le Caritas diocesane, si cerca di fornire l’adeguato processo di integrazione ed inclusione sociale di queste persone.
Caritas Diocesana Veronese nel 2018 ha trovato nelle parrocchie di Cerro Veronese e Mezzane la prima disponibilità per accogliere due nuclei famigliari eritrei, per un totale di 8 persone, provenienti da un campo profughi in Etiopia. A seguire si sono aggiunte altre parrocchie nell’accoglienza: Santi Angeli Custodi, Valeggio sul Mincio, Cerro Veronese con un secondo nucleo famigliare e Pescantina per quel che riguarda l’accoglienza di famiglie eritree e la parrocchia di Quinzano che invece ha accolto tre persone dello Yemen.
In questo video si possono vedere le terribili condizioni del campo profughi in Etiopia da cui provenivano.
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