Don Malosto: “Tutti siamo fragili e non siamo fatti per farcela da soli”

Santa Messa per la Giornata dei Poveri celebrata da don Matteo Malosto, direttore di Caritas Verona, nella piccola parrocchia di Santa Maria in Stelle, una realtà che da tantissimi anni collabora con Caritas Diocesana Veronese nell’ambito delle accoglienze con due appartamenti per senza dimora che provano a vivere in autonomia e un appartamento per richiedenti asilo all’interno del sistema delle accoglienze diffuse.

Queste le parole del direttore: “In questa giornata dei poveri ci sono sicuramente al centro tutte le fragilità più evidenti ma ci tengo a sottolineare che quando parliamo di poveri ci possiamo riferire a chiunque di noi. È una giornata internazionale che ci fa scoprire di essere tutti poveri. Perché una delle battaglie peggiori che possiamo combattere è quella contro la nostra povertà, contro la fragilità di ciascuno di noi. Veniamo da generazioni che ci dicono che la fragilità è un problema, anzi, che addirittura va nascosta. Perché se tu sei fragile, a livello fisico, al livello psicologico, se a casa hai qualcosa che non va, meglio non farlo vedere e apparire al di fuori bello, come se nulla fosse. Ma questa è una battaglia sbagliata da combattere perché la nostra fragilità è una condizione, cioè tutti siamo fragili. E la fragilità ci apre alle cose più belle perché ci dice che noi non siamo fatti per farcela da soli. Ecco cos’è la povertà, è la condizione che ci ricorda che noi non siamo fatti per farcela da soli, che abbiamo bisogno dei fratelli e che abbiamo bisogno di Dio. La povertà non è una maledizione, è una condizione.

Cosa accade nella vita di ciascuno se ci ricordiamo ogni giorno che il Signore cammina con noi? Che ci prende lui per mano? La povertà in senso nobile, che ci porta poi a combattere anche l’altra povertà, quella più concreta, è proprio la possibilità di scoprirci fragili e di renderci conto che non possiamo fare tutto noi. Ma che quando la vita si fa buia, dobbiamo semplicemente ricordarci di prendere per mano Colui che ci ha creati.

Stiamo entrando nell’Avvento, periodo dell’attesa. E l’atteggiamento dell’attesa è ciò che contraddistingue il cuore dell’uomo. Dobbiamo sempre attendere Dio e questa cosa ce la giochiamo oggi. Da un po’ di tempo, io mi sto dando una strategia di vita: mi sveglio e attendo che Dio si faccia presente. Non mi chiedo se Dio si farà presente, ma come si farà presente. Perchè se io sono attento e il mio cuore attende, scoprirò che nella giornata costantemente si fa presente: negli occhi di un ragazzo accolto nella mia comunità parrocchiale, in un coro che dedica il suo tempo per cantare a Messa, nella possibilità di avere qualcuno accanto, nello scambiarci un segno di pace… Questo è attendere la presenza di Dio, senza chiederci se Dio si farà presente, ma soltanto dove si fa presente. Ma non possiamo attendere se non siamo poveri: perchè attende chi ha bisogno! Bisogno di un incontro, di una parola, di qualcuno che gli dica che è prezioso e che vale la pena vivere.

La parola POVERO ce la consegna il Vangelo e ne vado fiero di questa parola! Perchè io per primo mi sento così, bisognoso dell’amore di Dio e dei fratelli. E questo provo a dire con la mia vita e con la mia fragilità: ci sono poche cose che hanno senso nella vita. L’amore, l’amore dei fratelli e l’amore di Dio. Non voglio diventare un teoretico della povertà, ma desidero scoprirmi povero per provare essere a servizio dei fratelli che incontro, perchè a partire dalla mia povertà ho trovato le cose più grandi della mia vita.

Sono felice di aver celebrato la mia prima Messa da direttore Caritas a Santa Maria in Stelle, sia perchè ho grande stima del parroco don Paolo, ma perchè è una comunità che da anni si fa vicina alle persone in difficoltà della nostra società, le accoglie, ha aperto le sue porte. Se tutte le comunità di Verona accogliessero come accoglie Santa Maria in Stelle, questo inverno non ci sarebbero senza dimora sulle strade