Emergenza Terra Santa
Questa nuova drammatica fase del pluridecennale conflitto israelo-paestinese ha raggiunto proporzioni immani, con violenze inaccettabili non solo a Gaza e in Israele, ma in tutta la Cisgiordania e in Libano. La tensione è ormai altissima in tutta la regione, con episodi bellici e terroristici in Siria, Iran, Iraq e nel Golfo di Aden. Più di 37.084 i morti palestinesi (di cui il 50% donne e bambini) e più di 1.200 i morti israeliani, di cui almeno 33 bambini, almeno 375 i morti libanesi colpiti da artiglieria israeliana (tra cui almeno 88 civili). Più di 84mila i feriti palestinesi a Gaza, e quasi due milioni ormai le persone sfollate, di cui 1,7 milioni a Gaza, più di 2.840 in Cisgiordania e Gerusalemme Est (a causa di attacchi di coloni, delle demolizioni e azioni militari) e più di 94.000 i libanesi, spostatisi dalla parte meridionale al confine con Israele.
La crisi umanitaria a Gaza è fuori controllo, con condizioni terribili per quasi la totalità della popolazione, che ha ormai un disperato bisogno di cibo, acqua, riparo, salute e protezione. In assenza di strutture igieniche adeguate, con l’arrivo dell’estate i rischi di epidemie sono altissimi. Ormai incalcolabili gli edifici danneggiati dai bombardamenti, tra cui 372 scuole, 155 strutture sanitarie (32 ospedali e 53 centri sanitari completamente non funzionanti) ma anche 3 chiese e 227 moschee. Si stima che più del 60% delle abitazioni della Striscia sia stato distrutto o danneggiato. La distribuzione degli aiuti umanitari è difficilissima in tutto il territorio della Striscia di Gaza, non solo per le difficoltà di accesso dei convogli ma anche per la mancanza di condizioni di sicurezza all’interno della Striscia. Numerosi gli incidenti causati dal lancio di aiuti per via aerea ma anche gli assalti ai convogli umanitari da parte della popolazione disperata. Ad aggravare la crisi è stata la chiusura del valico di Rafah e l’ingresso limitato di merci attraverso Kerem Shalom. La chiusura del valico ha improvvisamente arrestato anche le evacuazioni da Gaza di pazienti gravemente feriti o malati e aumentato severamente i rischi per gli operatori umanitari sul campo, secondo i dati condivisi OCHA, al 17 maggio sono stati uccisi un totale di 254 operatori umanitari, tra cui 3 operatori Caritas.
La risposta della rete Caritas: assistenza umanitaria a Gaza e sostegno economico in tutti i Territori Palestinesi Occupati (Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est)
Nonostante i lutti e le condizioni estremamente difficili, Caritas Gerusalemme è riuscita a offrire assistenza umanitaria in questi primi mesi di guerra. La prima fase dell’intervento umanitario, conclusa i primi giorni di gennaio, ha fornito un aiuto a 3.627 persone attraverso i seguenti interventi:
Con il supporto di tutto il network, la rete Caritas ha in corso progetti umanitari per un valore di oltre 31 milioni di euro, a servizio di 1,15 milioni di persone tra Gaza, Cisgiordania, Gerusalemme est e Libano.
Da gennaio è iniziata la seconda fase del piano di intervento di Caritas Gerusalemme, che prevede aiuti non solo nella Striscia di Gaza ma anche negli altri Territori Palestinesi Occupati, Cisgiordania e Gerusalemme Est. Il progetto si concentra sull’offerta di servizi medici, il sostegno alla salute mentale e la distribuzione di buoni acquisto per consentire ai beneficiari di coprire i loro bisogni essenziali.
La raccolta fondi avviata da Caritas Italiana, alla quale contribuisce anche Caritas Diocesana Veronese, è destinata al sostegno degli interventi umanitari di Caritas Gerusalemme a Gaza, in Cisgiordania descritti in precedenza e, quando le condizioni lo richiederanno, anche su territorio israeliano. Le somme raccolte saranno utilizzate anche per proseguire e ampliare i progetti di “Pace e Riconciliazione”, per favorire il confronto e il dialogo tra la popolazione delle parti coinvolte in questo conflitto, che dura ormai da più di 75 anni.
La situazione in Libano e il piano di interventi Caritas
Anche il Libano è entrato suo malgrado in questa terribile spirale di violenza. I numerosi gli attacchi aerei israeliani nel Libano meridionale e altre regioni, come le aree di Baalbek, hanno aumentato paura e instabilità dei civili. I danni alle infrastrutture, gli sfollamenti e le tensioni economiche hanno esacerbato la crisi, approfondendo le disparità socioeconomiche e le divisioni politiche.
Caritas Libano sta offrendo assistenza a più di 100.000 persone, con un “piano di risposta all’emergenza”, che prevede l’assistenza umanitaria con generi di prima necessità, sostegno medico e psicologico, sostegno finanziario. Il piano prevede la mobilitazione di migliaia di volontari ed operatori formati ed equipaggiati per intervenire in situazioni di emergenza.
Per saperne di più riguardo la situazione in Libano e l’impegno in merito della rete Caritas consulta la scheda dedicata
Aggiornamento 18/06/2024
Cosa puoi fare tu
È possibile contribuire agli interventi di Caritas specificando nella causale “Emergenza Terra Santa” facendo un bonifico a:
ASSOCIAZIONE DI CARITÀ SAN ZENO ODV ETS
BANCA ETICA S.c.p.a.
IBAN: IT 40 Z 05018 11700 000017091380
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