Emergenze dimenticate – Africa
Da alcuni mesi, il Nord dell’Etiopia è colpito da una grave siccità che sommata alle conseguenze durature dei due anni di guerra fratricida, dal 2020 al 2022, sta portando alla fame milioni di persone. Gli appelli che arrivano dalle agenzie internazionali e dalle autorità locali parlano di centinaia di morti per fame. Siccità e conflitti colpiscono anche il Mozambico e altri Paesi dell’Africa australe. In Sudan prosegue incessante la guerra scoppiata il 15 aprile 2023 con oltre 8 milioni di nuovi sfollati e decine di milioni di persone che necessitano di aiuto nel Paese e in quelli limitrofi dove sono fuggite quasi due milioni di persone. I conflitti nell’Est della Repubblica Democratica del Congo, Paese con il più alto numero di sfollati interni al mondo proseguono da decenni e hanno avuto un’intensificazione e un’espansione negli ultimi mesi con nuovi sfollamenti di massa. All’inizio di gennaio in Madagascar, come ormai ogni anno, un ciclone ha colpito la costa sudoccidentale del Paese provocando morti, migliaia di sfollati e distruggendo i mezzi di sostentamento di decine di migliaia di persone che necessitano di aiuto. In Kenya, alle conseguenze durature della severa siccità degli ultimi anni, si sommano le pesanti alluvioni che hanno colpito ampie aree del paese a fine 2023.
Queste sono solo le emergenze più recenti. Ad esse si aggiungono altre crisi umanitarie di vaste proporzioni che colpiscono il continente africano provocate da conflitti e catastrofi ambientali sempre più intense e frequenti a causa dei cambiamenti climatici: in Burkina Faso, Mali, Niger, Nigeria, Sud Sudan, Somalia, Repubblica Centrafricana. Sono oltre 130 milioni le persone che in Africa vivono in contesti di crisi e che necessitano di assistenza umanitaria in questo 2024.
Sono emergenze dimenticate, pressoché invisibili ai grandi media nazionali italiani, salvo rare eccezioni e verso cui i governi sono disattenti anche da un punto di vista dell’aiuto umanitario, laddove i piani di risposta umanitari delle agenzie internazionali sono costantemente e ampiamente sottofinanziati. Ciò concretamente significa persone non raggiunte dagli aiuti che vivono di stenti e razioni alimentari e di altri beni sempre più limitate. Questo mentre nel 2022 si è raggiunta la cifra record di spese militari nel mondo di oltre 2.240 miliardi di dollari. Con meno del 2% di questa somma si potrebbero coprire i bisogni umanitari non raggiunti in tutto il mondo.
Caritas Diocesana Veronese collabora con Caritas Italiana che è impegnata in tutti questi contesti attraverso le Caritas dei rispettivi Paesi ed altri organismi che stanno sostenendo la popolazione con sussidi in denaro per l’acquisto di beni essenziali, il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienico sanitari, il sostegno al ripristino delle attività agro-pastorali e dei mezzi di sostentamento, alloggi di emergenza. Le attività delle Caritas si rivolgono spesso alle categorie più fragili come, ad esempio, le donne che devono mantenere da sole la famiglia oppure sono incinte o allattanti, famiglie con minori sotto i 5 anni, persone malate, con disabilità o con anziani. Anche le attività delle Caritas soffrono dell’indifferenza internazionale e spesso non hanno risorse sufficienti ad essere attuate completamente. Così, ad esempio, in Etiopia dove il programma della Caritas prevede di sostenere 6.700 famiglie colpite dalla siccità, ma ad oggi probabilmente non si riuscirà a raggiungere neanche la metà di esse a causa della scarsità dei fondi a disposizione.
Caritas Italiana lancia un appello per sostenere questi interventi ribadendo allo stesso tempo l’urgenza per i governi di finanziare in modo adeguato i piani di risposta umanitaria e adottare le politiche di breve e medio termine necessarie a contrastarne le cause a partire dagli impegni presi nelle Conferenze sul Clima per l’abbandono dei fossili e il finanziamento adeguato del fondo per le perdite e i danni dovuti ai cambiamenti climatici nei Paesi più poveri, nonché l’impegno preso in sede ONU di destinare lo 0,7% del reddito nazionale lordo agli aiuti allo sviluppo.
Come donare
Causale: “Africa”
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