Giovanni – Volontariato non è dare ma condividere. Condividere conoscenza, condividere difficoltà. Volontariato è disponibilità.
Come ti chiami, quanti anni hai e cosa fai nella vita?
Sono Giovanni, ho 46 anni, sono un ingegnere informatico, mi occupo di Quality Assurance Engineering presso un’azienda di logistica e sono volontario in Caritas.
Che tipo di volontariato svolgi? In cosa consiste il tuo servizio?
In Caritas insegno informatica sia per personale interno, quindi per coloro che lavorano e fanno servizio in Caritas, sia per le persone che si rivolgono alla Caritas, all’interno dei laboratori di Officina culturale.
Nel primo caso le lezioni spaziano da Word, Excel, gestione di database, fino ad arrivare anche a livelli avanzati mentre nel secondo propongo corsi di livello base e quindi sistemi operativi, gestione di file e cartelle internet, gestione della posta elettronica.
Perché hai iniziato a fare volontariato?
Circa 10 anni fa facevo parte della Ronda della Carità dove aiutavo a preparare i pasti nella mensa che c’è in zona universitaria, poi una mia amica mi ha proposto di fare volontariato mettendomi in gioco nel mio ambito, quello dell’informatica. Ho accettato e fin da subito mi sono trovato benissimo all’interno di Caritas.
Da quanti anni è che fai volontariato in Caritas?
Circa una decina di anni.
Perché fare volontariato?
Fare volontariato ti arricchisce. Non è solo un dare, ma ti fa sperimentare cosa vuol dire dare una mano per gli altri in maniera gratuita. Il ritorno che hai è proprio una soddisfazione. Personalmente mi piace aiutare le persone, mi viene spontaneo, è una cosa che mi fa star bene perché è una cosa bella vedere le persone felici. E perché allora non farla?
Il volontariato è un impegno. Una volta preso lo porti avanti e ti dà soddisfazione. Il volontariato trasmette un messaggio positivo, il mio volontariato non trasmette solo conoscenza, ma vuole promuovere anche una mentalità positiva nell’affrontare i problemi.
Quando conduco un corso di informatica non voglio solo trasmettere delle nozioni, come accendere il computer, ma mi preoccupo che le persone che sono di fronte al computer siano a proprio agio nell’utilizzarlo, non ne devono essere “impaurite”. Lo scopo è quello che di creare un senso di autonomia, di indipendenza nelle persone nel loro approccio all’informatica.