La storia di Betta: una e tutte noi
Sabato 15 marzo, la Sala Birolli di Verona si è riempita di voci, danze, colori ed emozioni per celebrare la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne 2025 con l’evento “La Storia di Betta: una e tutte noi”.
La performance ha visto diverse forme d’arte dialogare per rappresentare Betta, una figura simbolica nata dall’esperienza del laboratorio di narrazione e scrittura condivisa tenutosi nell’ultimo anno presso il condominio solidale Casa Santa Elisabetta. La storia di Betta è una e tutte noi è un’opera collettiva che dà voce alla pluralità dell’esperienza femminile, alle sue sfide e alla sua forza.
Betta: una storia nata dal racconto delle donne
L’evento ha preso forma grazie a un percorso condiviso costruito con operatrici, volontarie e ospiti delle strutture di accoglienza di Rete Donna e gruppi di donne di Casa di Ramia – Centro interculturale delle donne del Comune di Verona.
Betta non è un personaggio statico, ma una presenza che muta e si trasforma. Il suo nome richiama quello del condominio solidale, luogo di accoglienza e condivisione, ma anche la parola araba “bayt”, che significa proprio “casa”, a simboleggiare le radici, la protezione e l’appartenenza di ciascuna donna che ha partecipato alla realizzazione di Betta. Ogni suo volto rappresenta molteplici storie, esperienze ed emozioni. È il frutto di incontri, condivisioni e vissuti che parlano di donne diverse tra loro per età, cultura, percorsi di vita, ma unite dal desiderio di essere ascoltate e riconosciute.
Un’esperienza che ha coinvolto tutte e tutti
Sabato pomeriggio La Storia di Betta si è trasformata in una performance artistica immersiva, capace di coinvolgere il pubblico attraverso molteplici linguaggi espressivi. Le danzatrici hanno dato corpo ai movimenti interiori delle protagoniste, trasformando emozioni e parole in gesti potenti. Le coriste hanno riempito la sala con la forza della musica, evocando storie di resistenza, solidarietà e rinascita. Le pittrici hanno rappresentato i molteplici volti di Betta, testimoniando con colori e forme la ricchezza delle esperienze femminili. Le narratrici hanno dato voce ai testi elaborati nel laboratorio, trasmettendo con intensità i frammenti di vita, i sentimenti e i pensieri delle donne coinvolte. Il pubblico non è stato solo spettatore, ma parte integrante dell’opera, entrando in risonanza con le storie raccontate e lasciandosi interrogare sulle proprie esperienze e sul significato dell’essere donna oggi.
Un messaggio potente per il futuro
La Storia di Betta non è stata soltanto una performance artistica, ma anche un’occasione per riflettere, per ascoltare e per sentirsi parte di un racconto collettivo, che va oltre le singole biografie per diventare patrimonio condiviso e voce di tutte le donne.
L’8 marzo è per noi un momento di consapevolezza che si nutre di esperienze come questa, in cui l’arte e la cultura si fanno strumento di cambiamento e occasione di incontro. Il messaggio che Betta porta con sé è che le donne non sono mai sole nelle loro lotte e nei loro percorsi, perché ogni storia può intrecciarsi con un’altra, dando vita a una rete di sostegno, comprensione e forza reciproca.
L’evento, realizzato grazie alla sinergia tra Rete Donna e Casa di Ramia – Centro interculturale delle donne del Comune di Verona, ha lasciato un segno profondo in chi ha partecipato, dimostrando che quando le voci e i corpi delle donne si uniscono, possono creare qualcosa di straordinario.
Un ringraziamento a tutte le donne che hanno reso possibile questa iniziativa, a chi ha condiviso la propria storia, e a chi ha ascoltato con attenzione e cuore aperto. L’8 marzo continua ogni giorno, nelle storie che raccontiamo e nelle relazioni che costruiamo. Betta è in ognuna di noi.