Officina Futuro – “Se dico futuro a cosa pensi?” l’intervista di Rita e Yasmine
Conosci le iniziative di Officina Futuro di Caritas? A partire dai mesi estivi, molti giovani dei quartieri della zona est di Verona sono stati coinvolti in laboratori di cinema, teatro e letteratura. Per saperne di più, abbiamo intervistato Rita e Yasmine che hanno partecipato al percorso di Media Education con Mediorizzonti.
Ciao, come vi chiamate e quanti anni avete?
Rita: Io sono Rita e ho 17 anni.
Yasmine: Sono Jasmine e anche io ho 17 anni.
Se doveste dire una cosa che vi piace fare nella vita e una cosa che non vi piace fare, quale direste?
Rita: Fare sport e divertirmi, una cosa che non mi piace è stare ferma, cioè non avere un obiettivo. Intendo il fatto di stare ferma in un punto e di non concludere niente, io ho bisogno di muovermi.
Yasmine: Allora una cosa bella è sicuramente giocare a pallacanestro. Mi piace l’adrenalina dello sport… Una cosa che non mi piace fare è non soddisfare me stessa e trovarmi a un punto della mia vita in cui mi rendo conto di non aver fatto niente rispetto magari ai miei coetanei, di stare un pochino indietro e di non aver concluso niente ancora.
Come siete arrivate a questo laboratorio?
Rita: Attraverso la mia amica Jasmine.
Yasmine: Stavo facendo un doposcuola a Borgo Roma e volevo fare qualcosa in estate che riguardasse il sociale e quindi mi ero proposta come volontaria all’Emporio però mi hanno proposto appunto questa locandina, mi hanno dato il numero e poi sono venuta al primo incontro per la presentazione del progetto a San Michele. Poi, tra i vari progetti/laboratori proposti, quello che mi ha colpito era questo.
Cosa vi aspettavate dal laboratorio? E cosa avete trovato poi?
Rita: Mi aspettavo di sconfiggere gli stereotipi e alla fine è successo, perché avevo un certo tipo di opinione sul Medio Oriente che attraverso questi incontri sono riuscita a cambiare. In meglio, ovviamente.
Yasmine: Io invece sinceramente avevo un pregiudizio: mi aspettavo di venire e magari vedere il solito film della scuola, ossia quello che mette in cattiva luce le donne musulmane o comunque arabe o in generale il mondo arabo o la religione. E invece no, è stato bello invece. Insomma, hanno fatto vedere anzitutto la potenza delle donne e hanno lasciato un po’ tutto il mondo esterno, come per esempio la religione, e si è cercato di concentrarsi molto di più sulle donne e sulla loro forza, sulla loro determinazione e coraggio, quindi bellissimo. Ero comunque curiosa di venire per vedere cosa si diceva però non pensavo cose belle così.
Vi dico futuro. A cosa pensate?
Rita: Allora è difficile pensare a un futuro, per la situazione che c’è ora. Io quando penso al futuro vorrei un mondo in cui si riesca a cambiare e a sconfiggere quei pregiudizi che ormai sono rimasti fondati. Io nel futuro spero di poter aiutare gli altri. Il mio sogno è poter aiutare il mio paese, il Congo. Studiando ad esempio architettura o ingegneria, cercare di costruire case poiché ormai quelle che sono ci sono attualmente non sono fatte bene. Vorrei poter aiutare quei ragazzi che purtroppo non hanno avuto quello che abbiamo avuto noi che abitiamo in Europa.
Yasmine: Io confido tanto nel futuro nonostante tutto, in un’Italia migliore, penso che ci sarà un momento in cui il razzismo non ci sarà. Essendo che comunque siamo la prima generazione di diciamo Italo-stranieri io confido che tra una decina, ma pure una ventina d’anni non ci sarà razzismo o se ci sarà, sarà lieve. Spero anche che nel futuro ci saranno più aiuti. Ad esempio, io ho sempre avuto il sogno aiutare anche il mio paese d’origine, soprattutto le categorie più deboli che sono meno viste in Marocco: disabili, i bambini, soprattutto orfani. E niente, però io nel futuro confido tanto.
Ultime due domande. Quali sono le vostre paure e i vostri desideri?
Rita: Riuscire a concludere qualcosa: spero di diventare una persona realizzata. Il mio desiderio più grande è che le guerre nel mondo finiscano al più presto, tutte le ingiustizie che ci sono, cioè ad esempio, disuguaglianze, razzismo, omofobia. Spero che tutte queste cose qui un giorno, al più presto, possano finire. Per poter vivere in un mondo migliore.
Yasmine: Allora il mio grande desiderio penso sia sicuramente aiutare le persone in difficoltà e, come ha detto Rita, è che la cattiveria dell’essere umano e l’ingiustizia che siano meno possibili. Spero, insomma, in un mondo più pacifico, più tranquillo, più di convivenza. Grande paura? Forse non farcela nella vita.
Se dovessimo lasciarci con un’immagine positiva anche dopo il laboratorio, così a caldo, quale sarebbe?
Rita: Una frase a impatto ti posso dire: non giudicare mai un libro dalla copertina.
Yasmine: Sicuramente nonostante le difficoltà che si avranno nella vita o nel mondo del lavoro, nel mondo di tutti i giorni io direi di non abbattersi, nonostante tutte le difficoltà. Quindi di andare avanti a testa alta e continuare, insomma a seguire i propri obiettivi e le cose che sogni.