Terremoto in Marocco. Un anno dopo

Un anno fa, a settembre, due calamità, in due notti consecutive hanno scosso nel profondo il Nord Africa: il Marocco e la Libia sono stati rispettivamente colpiti da un terremoto e da un’alluvione che hanno causato decine di migliaia di morti, di feriti e danni profondi al tessuto sociale: quasi tremila i morti in Marocco, oltre 5.600 i feriti dal sisma, più di 59mila le case distrutte e danneggiate. A queste dolorose stime si sommano quelle libiche che parlano di oltre seimila vittime causate dall’alluvione, di 250mila persone colpite dalla calamità, di quasi 45mila sfollati che hanno perso tutto. I due disastri naturali sono stati un’ulteriore triste rivelazione su una realtà già tragica, perché hanno rivelato i volti più oscuri dei due Paesi. In Marocco il terremoto ha portato alla luce la realtà di persone che vivono ancora in edifici di argilla e pietra, con i tetti in legno, paglia e terra. È il Marocco dei villaggi di pietra e fango, il Marocco della gente semplice che viveva ai margini dello Stato e della società, dimenticata nei suoi villaggi remoti e isolati. È il Marocco della maggioranza silenziosa, che vive al di sotto della soglia di povertà o raggiunge a malapena questa ipotetica soglia, che fissa il tetto del reddito giornaliero pro capite a poco meno di due dollari. Secondo le statistiche ufficiali, questo gruppo rappresenta un terzo della popolazione nazionale.

Per quanto riguarda invece l’uragano che ha colpito la vicina Libia, e Derna in particolare, la responsabilità del disastro è da ricercare nella gestione del territorio, prima ancora che nel cambiamento climatico. Le dighe di Derna, il cui cedimento è stato causa delle alluvioni, sono state costruite su un terreno caratterizzato da caverne e spaccature, e dunque inadatto a ospitare una diga. Le condizioni delle infrastrutture sono peggiorate ulteriormente negli ultimi dieci anni, con al-Qaeda e l’ISIS che si sono alternate al potere in città dal 2011 all’estate 2018, a cui è seguita una nuova fase di instabilità politica. In Libia c’è infatti una guerra civile ancora in corso, a fasi alterne, dal 2011, che ha causato tra le 5 e le 20 mila vittime (a seconda delle diverse stime) e 1,8 milioni di sfollati in Tunisia. Ad oggi, 823mila persone, tra cui 248mila bambini, necessitano di assistenza umanitaria. Secondo l’OIM il numero di migranti nel paese si è alzato a 706.369 al mese di dicembre 2023 e rappresentano il 10% della popolazione totale.

Caritas Italiana, che da anni collabora con le Caritas di entrambi i Paesi, fin dalla primissima fase dell’emergenza si è mobilitata sostenendo le Caritas e i progetti emergenziali di ong italiane da tempo attive sul territorio locale. Fra le principali attività, la distribuzione di generi alimentari e di prima necessità, la disposizione di alloggi per persone sfollate, il supporto sanitario e psicosociale, e il sostegno scolastico attraverso la creazione di moduli edilizi adibiti a scuole “temporanee”, permettendo così agli studenti di proseguire i loro studi. Grazie al sostegno della Chiesa e alla generosità delle comunità italiane, sono stati raccolti più di 2.6 milioni di euro per i due Paesi nordafricani che ha permesso di aiutare oltre 12mila e 600 persone in stato profonda vulnerabilità.

Per maggiori informazioni sulla situazione umanitaria di Marocco e Libia e sui programmi emergenziali e di sviluppo messi in opera dalla rete Caritas, sono disponibili due report e fact sheet tematici, relativi ad entrambi i Paesi. Si possono scaricare QUI.

È possibile contribuire agli interventi di Caritas per questa emergenza specificando nella causale “Terremoto Marocco” attraverso:

ASSOCIAZIONE DI CARITA’ SAN ZENO ODV ETS

BANCA ETICA S.c.p.a. – IBAN:  IT 40 Z 05018 11700 000017091380

Per saperne di più riguardo le donazioni clicca qui per consultare la pagina dedicata

Per maggiori informazioni

Telefono 045 2379300 (dal lunedì al venerdì con orario 9:00-13:00 e 14:00-17:00);   

E-mail: donazioni@caritas.vr.it