Voci dal Territorio – Il Centro di Ascolto Caritas di Zevio
Per la rubrica “Voci dal territorio” ci siamo recati a Zevio per incontrare Marisa, Suor Luigina e Roberto, volontari del Centro di Ascolto Caritas.
Siamo Marisa, Roberto e Suor Luigina, volontari della Caritas parrocchiale di Zevio, all’interno del Centro di Ascolto e nella gestione degli aiuti alimentari.
Quando le persone si rivolgono a Caritas passano dall’ascolto: noi volontari, incontriamo le persone e con loro instauriamo delle relazioni di fiducia e spesso anche amicizia. In questo modo, riusciamo ad attivare un percorso personalizzato e a gestire gli aiuti. Il nostro obiettivo è sempre quello di creare un clima amichevole dove si parla del più e del meno, per fare in modo che le persone si sentano ascoltate e accolte.
Qui a Zevio seguiamo circa ottanta persone e famiglie, alcuni lavorano nelle campagne e sono lavoratori stagionali, altre sono famiglie che vivono stabilmente qui intorno.
In che modo supportate le famiglie che si rivolgono a voi? A quali bisogni della comunità risponde il Centro di Ascolto?
L’ascolto è importantissimo perché è il mezzo per creare una relazione di fiducia e attivare un intervento personalizzato. Supportiamo le famiglie attraverso aiuti alimentari, ma ci concentriamo anche su altri bisogni, economici e non. Per esempio aiuti per il pagamento delle bollette, per prendere la patente e aiuti per bambini e ragazzi. Da una decina di anni aderiamo al progetto “Prendere per mano un bambino”, supportando l’accesso alle scuole materne e ai grest da parte delle famiglie in difficoltà. Collaboriamo con la San Vincenzo per la distribuzione dei vestiti e siamo in contatto e in rete con il consultorio famigliare e con il Comune di Zevio.
Secondo voi chi è il povero di oggi? Qual è la vostra esperienza rispetto al tema dell’ereditarietà della povertà?
I poveri di oggi sono coloro che vivono ai margini, che in qualche modo restano esclusi anche per un fattore linguistico o di documenti non regolari.
Per nostra esperienza, la maggior parte delle volte, la povertà è cronica, i figli però possono riscattarsi e sicuramente studiare. Avere un titolo di studio aiuta tantissimo. Abbiamo seguito delle famiglie in cui i figli sono riusciti a uscire dalla condizione di povertà, ci vuole tempo, è un processo lungo, ma è possibile.
Cosa è per voi il volontariato?
Il nostro gruppo è composto da una ventina di volontari con differenti mansioni. L’importante è sicuramente avere lo spirito di mettersi al servizio, fare quello che c’è bisogno di fare in quella situazione. Personalmente faccio volontariato perché mi fa stare bene: quando faccio qualcosa per gli altri e con gli altri sto bene, è una dimensione che mi completa e mi aiuta. [Roberto]
Per anni mi sono chiesta perché faccio volontariato, il Centro di Ascolto non è un luogo facile e talvolta ti mette in crisi, ma sono stata tenace e ho tenuto duro. Oggi posso dire che faccio volontariato perché è qualcosa che ti arricchisce. Incontri le persone ed i rapporti che si creano sono quelli che danno il senso alla vita. Io ho una gran voglia di vivere da quando sono al Centro di Ascolto, qui voglio dare il massimo e ricevo anche moltissimo. [Marisa]